Donbass - La brigata
“Espanola”, composta prevalentemente da volontari provenienti da gruppi ultras di diverse città russe, torna al fronte. E lo fa a modo suo. Alla vigilia della partenza verso la prima linea, centinaia di combattenti si sono radunati sulle gradinate di uno degli stadi di Mariupol. In campo, per l’occasione, si sono alternati diversi artisti russi, i quali hanno dimostrato il loro sostegno agli uomini dello “Spagnolo” (riferimento della curva del CSKA di Mosca e comandante della brigata) regalando ai combattenti un concerto sotto le stelle, illuminato da un grande falò, dalle torce da stadio e dalla luna piena.
L’”Espanola” è una formazione militare dell’esercito russo che senza dubbio si distingue dalle altre. E non solo per la sua composizione e per l’approccio al servizio militare, che non conosce gradi e rigide norme sulle uniformi e formalità simili. Si tratta di una realtà che si preoccupa prima di tutto della sostanza, all’essere anziché all’apparire. La brigata degli ultras è autosufficiente, al suo interno ha una struttura che si occupa di rifornire ai combattenti l’occorrente, dall’equipaggiamento alle vettovaglie. Allo stesso tempo, mentre i tecnici della brigata sviluppano costantemente sistemi di guerra elettronica per contrastare i droni, sempre più diffusi sulla linea del fronte, gli assaltatori sviluppano nuove tattiche, considerando l’esperienza già maturata sul fronte, introducendo anche l’impiego di un reparto di assaltatori muniti di moto da cross.
L’Espanola ha già dimostrato di essere una formazione militare affidabile, schierata spesso nei settori più complessi del fronte come Ugledar o Zaporozhye, i piloti di droni si sono distinti nei pressi di Bakhmut e di Avdeevka.